Come accade da qualche anno a questa parte, eccoci di nuovo a raccontare l’esperienza di stage e dimostrazione a Trebbo di Reno, durante la famosa festa della Raviola. Questa forse, più di altre perché la prima delle consuete dimostrazioni della stagione primaverile, permette una piccola riflessione su una domanda che spesso viene posta a chi pratica questa disciplina o altre simili, ossia cos’è un’arte marziale. Una prima risposta potrebbe essere ricercata nel vocabolario, cioé l’arte, intesa come attività che porta a un risultato estetico e creativo, imprescindibile dallo studio assiduo e costante, di tecniche di combattimento. Non è però così semplice o scontato. L’arte marziale riguarda diversi aspetti, non solo individuali di chi la pratica, e ha riscontri nelle relazioni quotidiane di chi la pratica. Permette una sincera conoscenza di sé, della propria forza interiore ed esteriore, e questa conoscenza si riflette sul rapporto con gli altri. È sufficiente pensare al saluto che apre e chiude ogni lezione. Da questo punto si parte per capire l’importanza del rispetto degli individui che decidono di cominciare lezione, dei tempi, dell’attesa e della riflessione. Ancora più evidenti sono i risultati positivi che questa disciplina ha sui bambini. Attraverso la pratica si impara a conoscere il proprio corpo, a confrontarsi con gli altri, a rispettare i tempi di pausa e di attività, a concentrarsi sui movimenti liberi e guidati. Sugli adulti altre evidenze si riscontrano. Si reimpara a muoversi, a respirare correttamente, a controllare emozioni ed energie per focalizzarle a volte su quella o quell’altra tecnica. Infine ma non certo per ultimo, si lavora come squadra, per eventi che, come quello di Trebbo di Reno, portano a dimostrare i risultati finali di un allenamento di gruppo.

Ecco alcune immagini di questa esperienza